Siria, una speranza nel buio
“Siria, Una speranza nel buio”: è il titolo della mostra grafica itinerante organizzata nell’ambito del progetto “Tutti per la Siria – ritorno a scuola”, promosso a favore della città di Aleppo. L’iniziativa, organizzata dalle associazioni Gocce di Fraternità Aps, Vita e Valori, Pro Terra Sancta e dal Liceo Elsa Morante di Napoli (Scampia), sarà inaugurata il 18 marzo prossimo nell’Istituto scolastico predetto - viale della Resistenza, 25 - di cui è Dirigente la prof.ssa Giuseppina Marzocchella. Lo scopo della mostra è di raccogliere fondi da destinare alla Parrocchia Latina San Francesco d’Assisi (Aleppo – Siria), guidata da Fra Ibrahim Alsabagh (o.f.m) i (Aleppo – Siria), il quale, com’è stato evidenziato nell’opuscolo del Progetto, ha riattivato “una scuola elementare che ospita bambini vittime della guerra (orfani, bambini abbandonati o nati da stupri e rifiutati dalle madri) con la possibilità di ricevere vitto ed istruzione, nonché di essere assistiti da volontari nella loro crescita personale. Il progetto “Ritorno a scuola” prevede inoltre la possibilità di seguire da lontano i progressi di questi piccoli alunni divenendone padrini o madrine attraverso adozioni a distanza”.
L’Evento, dunque, di forte pregnanza etica e solidaristica, nel quale è previsto anche l’intervento da remoto di Fra Ibrahim, vuole rispondere alla grave emergenza educativa presente in Siria, offrendo ai ragazzi l’opportunità di formarsi, di completare il proprio percorso scolastico e di guardare con speranza al proprio futuro. Al riguardo, il “Rapporto Unicef” del 15 marzo del 2021 sottolinea che “la Siria sta ora affrontando una delle più grandi crisi dell’istruzione nella storia recente. Quasi 3,5 milioni di bambini siriani sono fuori dalla scuola, incluso il 40% delle ragazze. Quello che vediamo sul campo, è che le strutture scolastiche sono sovraccariche. Una scuola su tre in Siria non può essere utilizzata perché è stata distrutta, danneggiata, utilizzata come rifugio per le famiglie sfollate o viene utilizzata per scopi militari”.
La guerra è una sciagura devastante per tutti, ma in particolar modo per i bambini, una insensatezza malvagia, un’assurdità diabolica che li colpisce in maniera spesso irreversibile, compromettendone la crescita fisica, psicologica, socio - relazionale. Le immagini dell’aggressione militare in Ucraina sono un’ulteriore, drammatica conferma di come le bombe, i missili, sempre più micidiali, distruggono, oltre alle case, città e infrastrutture, il mondo affettivo dei bambini, lacerando, come un uncino che s’infila e scava nel loro cuore, sogni, speranze, affetti. Le foto, affisse sui pannelli nella mostra del 18 marzo prossimo, mostreranno le conseguenze tragiche subìte spaventosamente dai bambini e dalle bambine nella storia drammatica della guerra civile in Siria dal 2011 ad oggi. Colpisce, facendo sanguinare il nostro cuore, una frase pronunciata da una bambina siriana di soli tre anni, estratta gravemente ferita dalle macerie, dopo i bombardamenti: “Quando morirò, racconterò tutto a Dio”. Ma lo strazio si può trasformare in forza d’amore, in sentimento di giustizia, in profonda empatia, mostrando mani tese e cuori aperti, per contribuire, grazie all’iniziativa “Tutti per la Siria – ritorno a scuola”, a far fiorire la speranza nell’animo dei bambini siriani. “La mostra è itinerante” spiega il Presidente dell’associazione ONLUS “Gocce di Fraternità” Carlo Tucciello, “e durerà tutto l’anno 2022. Altri luoghi e città dove essa sarà esposta sono: Sessa Aurunca, Sant’Antimo, Aversa, Giugliano, Gaeta, Formia, Grumo Nevano, Carinaro, Casal di Principe, Caivano, Gricignano, Sant’Arpino, Cesa, Santa Maria Capua Vetere, Caserta, Napoli. Ai fini della raccolta-fondi sono allestiti presso la mostra stessa, piccoli stand con oggettistica varia, realizzata anche con materiali da riciclo, libri sul tema della guerra civile siriana, il Cd “Stringimi forte le mani”, promosso da Gocce di Fraternità, Carmine Di Luglio e Pro Terra Sancta”. Tra i libri sul conflitto siriano, è da segnalare anche il romanzo “FARIDA, dalla Siria a Berlino via Lampedusa”, di cui è autrice la prof.ssa Maria Giulia Campece, valente scrittrice e poetessa di Casoria, é una storia di dolore e di coraggio, con un finale lieto di riscatto della protagonista, una ragazza siriana che, dopo aver sopravvissuto ai soprusi e agli orrori causati dalla guerra, nell’amore riscopre il senso pieno della bellezza della vita. E a proposito dell’amore, è più che mai necessario, soprattutto in questi tempi difficili di sofferenza per le devastazioni della guerra, far emergere dal fondo del nostro cuore l’energia di bene in esso riposta, quel desiderio di aiutare e di rendersi disponibili, per avere cura di chi versa in condizioni disperate, soprattutto dei bambini, che sono le prime vittime della guerra; ciò che fanno i membri della associazioni poc’anzi citate per i fanciulli siriani, sostenendo nella sua opera fraterna Fra Ibrahim, è, come disse don Tonino Bello nel rivolgersi a chi “spera nel volontariato”, “un soffio di speranza”, che investe coloro che portano sulle spalle, già da piccoli, la croce dei soprusi, delle violenze, dell’odio dissennato. Chi occupa parte del proprio tempo per destare il sorriso sul viso spaventato dei bambini, lo nobilita come “spazio dell’amore”, spazio in cui la prodigalità è un investimento, lo sperpero è un affare, e le uscite, invece che impoverirlo, raddoppiano il capitale”. (Antonio Botta)
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